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I metodi contraccettivi, i loro vantaggi e i loro rischi. Spiegati bene...


La contraccezione è un argomento del quale è importante parlare: ed è importante parlarne in modo chiaro, sottolineando e andando a toccare ogni aspetto. La contraccezione intesa come l’insieme dei metodi per evitare una gravidanza indesiderata, coinvolge una fascia di età ampia e variabile: diciamo che generalmente si parla di contraccezione per donne che vanno dai 15 ai 45 anni di età.


La premessa importante è che non esiste un metodo contraccettivo universalmente valido e adatto a ogni donna: per stabilire quale metodo utilizzare e per poterlo utilizzare correttamente è assolutamente necessaria una visita ginecologica dedicata.


Ad oggi sono diversi i metodi contraccettivi a disposizione delle donne: hanno raggiunto elevati livelli di sicurezza e si sono evoluti rispetto al recente passato, ma tutti necessitano di un corretto utilizzo per evitare di vanificarne l’effetto.

I metodi contraccettivi si possono dividere in queste categorie.

  • DI BARRIERA
    Preservativo: va indossato dal maschio prima della penetrazione, ed è importante utilizzarlo e indossarlo correttamente. Ha un indice di fallimento relativamente alto (dovuto a un utilizzo scorretto o alla rottura accidentale) e ha il vantaggio di proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili. Proprio per questa caratteristica, spesso ai soggetti più giovani viene consigliato l’uso del preservativo abbinato alla pillola anticoncezionale.
    Diaframma: viene indossato dalla donna, spesso si utilizza abbinato a una crema spermicida locale.

  • ORMONALI
    Questa categoria di contraccettivi prevedono l’assunzione, da parte della donna, di piccole quantità di ormoni. Tali ormoni possono essere assunti per via orale (la classica e diffusissima pillola), per via transvaginale, per via transdermica (cerotto) o per via sottocutanea. L’indice di fallimento è molto basso ed è legato, nel caso della pillola assunta per via orale, alla accidentale dimenticanza dell’assunzione di una delle pillole quotidiane. Tale rischio è annullato con l’applicazione sottocutanea di un piccolo stick che rilascia gradualmente una piccola quantità di ormoni. Va ricordato che questa classe di contraccettivi non presenta più l’inconveniente di causare alla donna ritenzione idrica o provocare aumento di peso: i contraccettivi odierni hanno ovviato a questo problema.

  • INTRAUTERINI
    Si tratta di contraccettivi che prevedono l’inserimento nella cavità uterina di un device, che può essere medicato o non medicato, e che impedisce l’attecchimento dell’ovocita fecondato. Anche in questo caso gli ultimi anni hanno portato a un miglioramento dei device utilizzati, che dopo l’inserimento restano nella cavità uterina per 3-5 anni e hanno un’alta percentuale di efficacia. Per il loro funzionamento, possono non essere consigliati da ginecologi obiettori.

  • METODI NATURALI
    Sono quei metodi utilizzati e consigliati da chi, per credenze o per scelte personali, non desidera utilizzare elementi contraccettivi. Vengono utilizzati anche da quelle donne che per motivi medici non possono utilizzare i metodi illustrati finora. Sono caratterizzati da un’alta percentuale di insuccesso, non prevedono l’assunzione di farmaci o di device esterni, e prevedono la conoscenza del ciclo ovulatorio in modo da evitare di avere rapporti nei giorni a rischio. Per controllare il ciclo ovulatorio si può ricorrere all’utilizzo di appositi stick, si può operare il controllo della temperatura o controllare la presenza di muco indicante l’ovulazione. Come detto, la percentuale di insuccesso è molto alta a causa del periodo di sopravvivenza degli spermatozoi che si aggira attorno ai due giorni, periodo in cui sono in grado di fecondare.


Dr. Andrea Giacomo Baglioni, ginecologo

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